Quaresima di Fraternità 2024

Albania
“BABICA - UNA CASA PER TUTTI”

La nostra Quaresima di fraternità abbraccia quest’anno un progetto “socio-educativo” realizzato nel villaggio di Babica e Madhe, periferia di Valona nel Sud dell’Albania, a favore di minori in situazioni di svantaggio socio-economico; l’obiettivo è quello di promuovere l’educazione inclusiva e  la prevenzione all’abbandono scolastico.
“Operazione Uribe”, associazione nata nel 1982, collabora dal 1996 nella realtà missionaria delle Suore Francescane Alcantarine che operano a Babica. In questa realtà, l’associazione promuove iniziative mirate all’educazione delle nuove generazioni, convinti che nella vita e nel diritto alla dignità umana, ogni bambino ha il diritto di crescere libero nella propria terra per diventare protagonista della storia del proprio Paese.
L’educazione è il motore dell’agire di questo progetto, un processo lento che richiede costanza e tanto amore. Attraverso l’aiuto allo studio e alle molteplici attività come sport, giochi di società, laboratori manuali, teatrali, sull’ambiente, sulla legalità, sull’inclusione e l’accoglienza del diverso, corsi di cucina, computer e musica.
Si incrementano le attività del centro diurno Shen Françesko, si investe sui ragazzi perché non lascino l’Albania sprovvisti di ogni competenza scolastica ed educativa; sulle ragazze perché possano uscire dalle proprie case per diventare protagoniste delle proprie vite; sull’inclusione della disabilità nel percorso di vita dei ragazzi perché imparino ad integrare nella vita la diversità e la fragilità umana.

CONTESTO DI INTERVENTO
Il villaggio di Babica e Madhe conta 2500 abitanti, quasi tutte le famiglie sono di tradizione musulmana, solo un paio sono ortodosse e altrettante cattoliche.
Come servizi vi sono una scuola dell’obbligo, alcuni bar, un paio di negozietti che vendono di tutto, una piccola farmacia, un punto postale e un ambulatorio in cui vengono effettuate piccole medicazioni.
Non ci sono spazi verdi, giardini, parchi pubblici; la missione è l’unico “Centro” gratuito, che offre spazi per giocare internamente ed esternamente. C’è anche un pozzo di acqua potabile che viene messo a disposizione del villaggio per chi ne ha bisogno, in quanto il comune eroga l’acqua un paio d’ore la mattina e la sera, ma l’acqua erogata non è potabile.
La paga minima si aggira intorno ai 400 euro mensili, e la pensione sociale intorno ai 90 euro mensili, tante famiglie vivono di un unico stipendio. Spesso i padri lavorano all’estero e appena possono portano via anche la famiglia. I villaggi e le città si stanno svuotando, c’è un’emergenza di spopolamento importante alla quale il governo non riesce a trovare una soluzione adeguata.
Tante famiglie inviano i propri figli maschi ancora minorenni in Italia in “collegio”; di fatto sono minori che entrano nel circuito dell’accoglienza delle comunità per minori non accompagnati, guadagnando un permesso di soggiorno, una possibilità di studiare e trovare un lavoro sotto la tutela dello stato italiano. A conclusione del percorso di accoglienza al compimento del 18esimo anno di età, i ragazzi spesso non hanno concluso il percorso scolastico e/o non hanno ancora un lavoro sicuro e spesso si ritrovano in mano un permesso di soggiorno in scadenza; vengono così esposti al rischio di abbandono del percorso scolastico, di entrare nell’illegalità, nella criminalità, in quella zona d’ombra in cui si cerca il guadagno facile per sopravvivere.
Il destino delle ragazze invece è diverso, spesso le famiglie più disagiate e con difficoltà socio-economiche relegano le ragazze in casa, diventano vittime dell’isolamento forzato, a parte la scuola dell’obbligo, per il resto sono chiuse in casa con nessuna possibilità di socializzazione o di crescita umana. Nel villaggio questo malessere sta provocando situazioni estreme con tentati suicidi di alcune ragazze, attraverso l’abuso di farmaci.
La disabilità in Albania è ancora un tabù, esistono ancora le scuole speciali per questi ragazzi che non possono frequentare la scuola pubblica insieme agli altri; se la famiglia non se ne occupa a Valona c’è un centro residenziale che ospita una trentina di ragazzi e ragazze dai 7 anni ai 35 anni con ogni tipo di diagnosi e disabilità. Non esistono centri diurni per disabili, centri di fisioterapia, neppure attività di integrazione, spesso sono chiusi in casa senza la possibilità di nessuna cura o recupero.
Scrivono i responsabili dell’associazione “La Provvidenza non ci ha mai deluso”. Nel tempo sono sempre stati trovati i fondi necessari per mantenere vivo il progetto.
Proponiamo questo progetto perchè nell’estate i giovani di Santa Rita faranno un campo in Albania e visiteranno Babica.
Alla nostra comunità parrocchiale è richiesto un impegno grande, per raggiungere la cifra di 6000 €
Puoi aiutarci con un'offerta
nella cassetta dedicata al fondo del Santuario o con un bonifico bancario sul conto della Parrocchia Santa Rita da Cascia, con la causale “Quaresima di Fraternità”: IBAN IT 27 V 05387 01012 0000 4218 5490.
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